Quest’anno le celebrazioni della Gebetsliga di Massa Carrara per la festa del Beato Carlo d’Austria hanno avuto inizio in un modo unico: il delegato Don Emanuele Borserini ha potuto prendere parte sabato 14 ottobre all’udienza privata concessa dal Santo Padre Francesco presso la Sala Clementina in Vaticano ai membri della “Lega di Preghiera del Beato Imperatore Carlo per la Pace tra i popoli” giunti da vari paesi del mondo. Il Papa nel suo discorso ha sottolineato come “cercare e osservare la volontà di Dio, impegnarsi a favore della pace e della giustizia, espiare l’ingiustizia della storia sono stati, per così dire, il motivo ricorrente nella vita del Beato Carlo come statista, come marito e padre di famiglia e come figlio della Chiesa. Consegnandosi alla volontà di Dio, egli accettò la sofferenza e offrì la propria vita in sacrificio per la pace, sostenuto sempre dall’amore e dalla fede di sua moglie, la Serva di Dio Zita”.
A cent’anni dal primo conflitto mondiale è sempre più viva la memoria dell’Imperatore Carlo. Alla morte aveva soltanto trentaquattro anni ed era in esilio a Madeira, cacciato dalle forze politiche massoniche che si erano rafforzate in Austria dopo la prima guerra mondiale e che si opponevano a Carlo perché cattolico osservante e rappresentante gli ideali perseguiti dalla Chiesa. Negli ultimi giorni di vita chiama a sé il figlio primogenito Otto perché veda “come muore un imperatore”, perdonando, nel contempo, tutti i suoi nemici. Suo moglie Zita rimase sola e senza mezzi di sussistenza, madre vedova con sette figli, da uno a nove anni. Non tutti sanno che fu san Giovanni Paolo II a volere fortemente la beatificazione di Carlo, che in Vaticano, a dire il vero, non tutti approvavano, ritenendo a torto l’imperatore Carlo un guerrafondaio, forti di quanto la storia – con la “S” maiuscola e quindi quella “ufficiale” – ha voluto falsamente propinarci. Il suo amore per Cristo lo porta, invece, ad essere generoso e per questo suo amore verso la religione, la preghiera e la carità per il prossimo, entrando, fra l’altro, nell’Ordine di Malta. Anatole France, premio Nobel per la Letteratura nel 1921, scrisse di lui: “L’imperatore Carlo è l’unico uomo decente – emerso durante la guerra – ad un posto direttivo; ma non lo si ascoltò. Egli ha desiderato sinceramente la pace, e perciò viene disprezzato da tutto il mondo”. E lo scrittore inglese Herbert Vivian, che lo aveva conosciuto: “Carlo era un grande capo, un principe della pace, che voleva risparmiare al mondo un anno di guerra; un uomo di Stato con idee salvatrici per i complicati problemi dei suoi paesi; un monarca che amava i popoli, un uomo senza paura, d’animo nobile, di prestigio, un santo, dalla cui tomba si diffonde benedizione”. Il 21 novembre 1916, Carlo I d’Asburgo sale al trono con un solo pensiero: la pace. Sviluppa una rete diplomatica verso le capitali europee in conflitto, aiutato anche da Papa Benedetto XV, ma tutti i tentativi falliscono, osteggiati da personaggi che vedono in lui e nella sua grande fede cattolica un nemico. Con il crollo dell’Impero, il 12 novembre 1918 a Vienna si proclama la repubblica. La perfidia del mondo diffonde su di lui false calunnie ed oltraggi. Nel 1920 mons. Eugenio Pacelli, nunzio apostolico a Monaco di Baviera, ha un giorno l’occasione di viaggiare in treno con lui. Al ritorno, il futuro Pio XII, nella cappella della nunziatura, dirà ad alta voce: “Ti ringrazio, o Signore, di avermi fatto incontrare così grande anima”.
Sabato 21 ottobre, giorno della sua memoria liturgica, alle ore 18.00 presso la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta in Soliera Apuana, Don Borserini ha celebrato la Santa Messa, occasione propizia di preghiera per la canonizzazione del Beato Carlo e per la pace. Alla celebrazione è seguito un momento conviviale con la delegazione della Gebetsliga di Massa Carrara. Il giorno seguente, domenica 22 ottobre, nel contesto della Giornata Biblica presso la Fraternità San Filippo Neri di Filetto, Don Borserini ha tenuto un intervento sulla figura del Beato. La vigilia ed il giorno della memoria anche a Carrara sono state celebrate due Sante Messe votive.