CELEBRATA IN S.CORRADO LA MEMORIA LITURGICA DEL BEATO CARLO D’ASBURGO

   La Delegazione piacentina della Gebetsliga – Unione di preghiera Beato Carlo d’Asburgo per la pace e la fratellanza tra i popoli – ha onorato, mercoledì 21 ottobre scorso, la memoria liturgica del Beato Carlo d’Asburgo, l’ultimo imperatore (1887-1922), beatificato da S.Giovanni Paolo II nel 2004, che rimane oggi per noi esempio fulgido di sequela coraggiosa e convinta del Vangelo di Cristo in una particolare condizione di stato, quello di responsabile primo di molti popoli, nel drammatico frangente di una guerra mondiale da lui non voluta, nella ricerca continua ma, purtroppo, senza esito, della pace, alla sequela dell’autorevole parola di Papa Benedetto XV (“l’inutile strage”) contro l’ostinata volontà dei guerrafondai. Esempio pure di santità coniugale e famigliare, insieme con la sposa, la Serva di Dio Zita di Borbone-Parma, con la quale si votarono al raggiungimento della santità nel matrimonio e nella famiglia. Proprio per questo il Santo Papa nel 2004 scelse come data liturgica per Carlo la data delle nozze (21 ottobre 1911), cosicché Carlo rimane per noi oggi modello, insieme con Zita (per la quale è in corso il processo di beatificazione) e con i loro otto figli, per la famiglia cristiana, oltreché per una politica ispirata sempre al bene e alla centralità della persona e dei popoli: entrambe realtà di urgente rivalutazione nella società odierna.

   La ricorrenza, a Piacenza, è stata onorata con la celebrazione della Santa Messa propria del Beato nella chiesa parrocchiale di S.Corrado Confalonieri, nuova sede della Gebetsliga piacentina (insieme col Preziosissimo Sangue, ove sarà anche punto di incontro per la famiglia e le famiglie) dopo i primi anni in S.Giorgino in Soprammuro. All’omelia Don Paolo Cignatta, assistente ecclesiastico della Gebetsliga piacentina, ha colto e proposto l’insegnamento del Vangelo del giorno, identificando nell’ultimo Imperatore il buon cristiano a cui “è stato chiesto molto avendo avuto molto”: gli è stato chiesto infatti un impegno di politica cristiana e di amore per la pace in mezzo agli orrori della guerra, di sovrano e soldato leale ma anche da perfetto soldato di Cristo, gli è stato chiesta la rinuncia  a tutti beni materiali, la fine della sua vita in povertà, esilio e abbandono, la morte a trentaquattro anni per un male fulminante e un’agonia offerta a Dio per il bene dei suoi popoli.

   I presenti alla celebrazione, sotto la guida del Delegato Prof.Maurizio Dossena, hanno recitato sia la preghiera canonica per la canonizzazione di Carlo, sia una specifica preghiera a lui nell’ora della calamità, per lui che morì di un male assai simile a quello che miete vittime oggi, una coda dell’influenza cosiddetta “spagnola” di un secolo fa.