Una nuova celebrazione liturgica ha riunito i fedeli crotonesi aderenti alla Unione di preghiera dedicata al Beato Carlo d’Asburgo, ultimo imperatore d’Austria e re apostolico d’Ungheria che, ne siamo certi, ai suoi nobilissimi titoli avrebbe preferito quello di Servo di Dio, comela Chiesa cattolica appella dopo la morte coloro che si siano distinti per “santità di vita”.
Durante la celebrazione, nella piccola ma incantevole chiesa della Beata Vergine del Rosario a Crotone, monsignor Pancrazio Limina, parroco e decano del clero cittadino, assistente spirituale provinciale dell’Unione di preghiera, ha inteso ricordare le virtù umane e caritatevoli di Carlo d’Asburgo, le stesse che hanno spinto Giovanni Paolo II a beatificarlo nel 2004. E lo ha fatto ricordando il centenario, che cade quest’anno, dalla morte del Beato Carlo, che sopravvisse solo quattro anni alla dissoluzione del suo impero. Sicché non possiamo non ricordare il pellegrinaggio della Unione di preghiera tenutosi a Madeira, l’isola delle Azzorre ove Carlo morì in esilio, tenutosi lo scorso aprile alla presenza di svariate decine di membri della gloriosa dinastia.
Una vicenda umana, quella del Beato Carlo, profondamente avvolta dal respiro della Storia e dalla tragedia della Grande Guerra, che egli visse da innocente e incolpevole; in tutti i modi tentò di ristabilire la pace, eppure dovette assistere alla fine della cattolicissima Corona degli Asburgo. Una fase storica che diede la stura all’era dei totalitarismi.
Nell’occasione, il dottor Aurelio Badolati, Delegato regionale della Gebetsliga (letteralmente Unione di preghiera), ha presentato ai convenuti la medaglia commemorativa coniata per il centenario della morte di Carlo d’Asburgo.
La Gebtsliga promossa dalla arcidiocesi di Vienna si rinnova, dunque, nelle sue preghiere per la futura canonizzazione del Beato Carlo, promotore di fratellanza tra le genti e uomo mite e profondamente religioso.