Unione di Preghiera Beato Carlo per la Pace e la Fratellanza tra i Popoli
Questa avventura è iniziata Dopo le manifestazioni tenutesi a Brescia il 18 e il 21 ottobre 2007, in onore del Beato Carlo d’Austria, da allora è sembrato opportuno mantenere ed aggiornare questo sito attraverso la pubblicazione dei testi delle relazioni tenutesi durante il convegno, nonchè delle immagini documentarie dei momenti salienti di quell’ evento.
Nessuno immaginava cosa ne sarebbe seguito, di tempo ne è passato e sono nate altre iniziative, alcune delle quali sono qui documentate. Oggi possiamo dire, come recita l’intestazione, che questo sia il sito ufficiale della Gebets-liga Kaiser Karl per l’Italia, uno spazio aperto all’incontro, allo scambio, alla proposta di iniziative tese a far conoscere e diffindere la storia e la devozione al Beato Imperatore Carlo e alla Venerabile Serva di Dio Zita d’Austria. Siamo convinti, come del resto lo fu San Giovanni Paolo II, che l’Imperatore Carlo sia una figura centrale nel panorama storico dell’Europa moderna. Quale capo di stato, esercitò le virtù cristiane eroiche opponendosi all'”inutile strage” della prima guerra mondiale, dando credito e risalto agli insegnamenti e agli appelli di Papa Benedetto XV, non solo, nei pochi anni del suo regno, spese tutto se stesso per il bene e la promozione umana, sociale e cristiana dei suoi popoli. Uomo di grandi ideali e di autentica ampiezza di vedute, pose le basi di uno stato moderno, fondato sul rispetto delle etnie e delle diversità culturali e religiose e non su quel falso senso di libertà che oggi sfocia spesso in un freddo cinismo e nella dimenticanza, se non addrittura nell’oppressione, dei più deboli. Pensò una società forte perchè capace di cercare i propri limiti e superarli prendendosi cura di tutti. Capì ciò che l’Europa ha capito, solo in parte ai giorni nostri e cioè che il vero benessere non si può basare sulla supremazia di nessuno, di nessun uomo e di nessun popolo, sugli altri, quanto sulla fratellanza che può nascere solo dall’accettazione e dall’accoglienza, oltre che, dal rispetto della dignità di ogni essere umano.
Quale sposo e padre di famiglia, il Beato Carlo, costituisce anche oggi un modernissimo esempio di come l’amore tra un uomo e una donna, li possa pienamente realizzare umanamente e cristianamente, attraverso una perfetta simbiosi di umano e spirituale. Carlo e Zita, l’imperatrice sua consorte, ebbero una storia d’amore degna del più tenero romanticismo, ed entrambi la vissero come risposta alla chiamata di Dio. I due giovani sposi, subito chiamati ad altissime e drammatiche responsabilità sociali, non tralasciarono mai i propri doveri famigliari, si curarono l’uno dell’altra, ed entrambi dei loro otto figli, a cui non fecero mai mancare tutto l’affetto e l’educazione possibile, attendovi personalmente, compresa l’educazione alla fede. Si dice che ogni grande uomo abbia avuto al suo fianco una grande donna, la storia di Carlo e Zita è sicuramente la conferma di questo aforisma, la loro fu una unione autentica nella buona e nella cattiva sorte e nemmeno la morte che normalmente scioglie dal legame il coniuge sopravvissuto, riuscì a separali, Zita rimase fedele al suo Carlo per i sessant’anni che gli sopravvisse curandosi unicamente dei suoi figlioli e desiderando solo di reincontrarlo in quella Patria Beata dove nessuno dei figli di Dio potrà mai conoscere esilio.
Infine ci sembra doveroso ricordare come Carlo d’Austria fu esemplare anche in una virtù tanto delicata quanto invalicabile e oggi spesso negata: il dolore. Questo giovane uomo, portò nella sua esistenza il peso di un dolore interiore e fisico notevolissimi, con una forza che i non credenti ritennero inspiegabile. Subì l’onta della sconfitta e della detronizzazione, senza mai cedere ad una abdicazione che egli considerava un tradimento di Dio e dei suoi popoli, ma che avrebbe portato a lui e alla sua famiglia una vita agiata e tranquilla. Vogliamo solo spendere poche parole ora per quella che certamente fu per Carlo la spina più profonda e dolorosa: la diffamazione cui fu soggetto da parte dei suoi nemici ed avversari politici. Non gli servì difendersi, gli bastò l’integrità della sua vita, ben conosciuta e stimata da chi gli viveva accanto e dalla maggior parte dei suoi sudditi che vedeva in lui un vero padre.
Non possiamo nemmeno immaginare cosa possa aver significato per l’imperatore Carlo l’esilio, l’essere allontanato forzatamente da quella corona, da quel regno che egli viveva come dono di se in risposta alla chiamata di Dio. Ma Carlo doveva anche salire sulla croce del dolore fisico, di una malattia devastante che lo avrebbe stroncato nel fiore degli anni. E’ proprio la lucida testimonianza di chi lo assistette in quelle ore terribili che ci restituisce tutta la sua dolcezza e serenità, la confidenza e l’intimità con Dio che ancor oggi commuovono, convincono e insegnano che la croce è di tutti, ma solo chi si lascia vincere da Cristo la può portare per la redenzione propria e dell’umanità.
Per questi e per tutti i motivi ampiamente circostanziati nel lunghissimo processo canonico di Carlo d’Austria, Giovanni Paolo II lo volle donare alla Chiesa, attraverso la Beatificazione, quale testimone di Speranza e intercessore di Grazie celesti. Ora tutto il nostro impegno va alla propagazione della devozione al Beato Carlo nella certezza che Egli vorrà profondere il favore delle grazie celesti a coloro che mossi dalla sua testimonianza chiederanno la sua intercessione in attesa della prossima auspicata canonizzazione.