11 NOVEMBRE ANNUALE CONVEGNO DELLA DELEGAZIONE DI CREMONA

Partecipato convegno della Gebetsliga Kaiser Karl e del Gruppo Ghisi presso la sede dell’Adafa

I “no” del beato Carlo d’Asburgo alla massoneria

cambiarono il volto dell’Europa di ieri e di oggi

L’ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Repubblica araba d’Egitto, avv. Mario Carotenuto, ha evidenziato come le più grandi dittature, comunismo e nazionalsocialismo, siano sorte proprio a causa dello smembramento dell’Impero austro-ungarico. L’assistente nazionale della Gebetsliga, mons. Arnaldo Morandi, ha invece ricordato la recente udienza privata concessa da papa Francesco a circa duecento iscritti al sodalizio, chiedendo loro di sostenere il suo impegno per la pace.

di Mauro Faverzani

Per ben tre volte al beato Carlo d’Asburgo, già in esilio, la massoneria offrì il ritorno sul Trono dell’Impero austro-ungarico. E per tre volte il beato Carlo rifiutò. Per non tradire la sua Fede, la sua Patria, la sua gente. L’ultima volta, chiusa la porta, confidò a sua moglie Zita: «Adesso tutto ci andrà male, ma noi stiamo dalla parte di Dio». Fu proprio così, ma mai l’Imperatore ebbe a pentirsi di quella decisione. Partendo da qui, a distanza di circa un secolo da quegli eventi ed a 300 anni dalla fondazione della massoneria, la Gebetsliga Kaiser Karl-Pia Unione di Preghiera per il Beato Carlo ed il Gruppo Laico Canossiano “Giuseppina Ghisi” hanno organizzato il convegno, svoltosi lo scorso 11 novembre presso la sede dell’Adafa, a Cremona, sul tema «I “no” del Beato Carlo d’Asburgo alla massoneria», tema estremamente attuale, poiché quei “no” contribuirono a mutare il volto dell’Europa e la sua storia, il che trova conferma anche in molte delle decisioni e delle scelte – politiche ed etiche – ancora oggi assunte, «non tanto per volontà del beato Carlo, bensì per l’ottusità della massoneria francese, ma con l’appoggio di quella italiana», che un secolo fa si mossero: a farlo notare, è stato il primo relatore, l’avv. Mario Carotenuto, storico ed ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Repubblica araba d’Egitto, intervenuto dopo il saluto di Emanuele Bettini per l’Adafa e l’introduzione di Mauro Faverzani per gli enti promotori.

Lo smembramento dell’Impero austro-ungarico – ha affermato l’avv. Carotenuto – ha permesso il sorgere delle «due più grandi dittature, quella del comunismo e quella del nazionalsocialismo». D’altra parte, la condotta coerente del beato Carlo – ha proseguito – «ha dimostrato che su questa Terra si può rinunciare ai beni terreni per qualcosa di più grande, per il Paradiso». A chi gli ha fatto notare il molto cui rinunciò, l’Imperatore rispose: «Quello che mi ha dato Dio, non me lo può dare anche il demonio». Ha dichiarato l’illustre relatore: «Pochi sanno – ma ci sono delle testimonianze nella Positio – che, negli ultimi giorni della sua vita, il beato Carlo venne tentato dal diavolo, a Madeira. Per questo riempì la stanza ove dormiva di acqua santa per cacciarlo». E ci riuscì.

La Gebetsliga Kaiser Karl ha recentemente vissuto un momento importante, lo scorso 14 ottobre, l’udienza privata a papa Francesco, che ha ricevuto circa duecento iscritti al sodalizio, nel contesto della sua recente Assemblea internazionale, svoltasi a Roma: «Il Pontefice ha avuto un’attenzione speciale per tutti i presenti, volendoli salutare uno ad uno, intrattenere e fare una fotografia con la trentina di bambini presenti – ha ricordato l’altro relatore, mons. Arnaldo Morandi, assistente nazionale della Gebetsliga e poi dandoci un messaggio importante, che ha nel cuore i tre punti salienti del sodalizio: cercare di osservare la volontà di Dio, impegnarsi a favore della pace e della giustizia, espiare le ingiustizie della Storia. Così come il beato Carlo raccolse il Magistero del suo predecessore, Benedetto XV, anche stavolta il Papa ci ha chiesto di metterci al suo fianco come associazione e come persone, per sostenere spiritualmente e fattivamente il suo impegno per la pace. Vi fu un gesto del beato Carlo, al termine del conflitto, che da alcuni fu criticato, da altri non fu capito, dal popolo fu ammirato: diede l’ordine che, in tutte le chiese del suo Impero, si suonassero le campane e si cantasse il Te Deum. Qualcuno lo trovò inopportuno, poiché la guerra era perduta, ma lui rispose che l’importante era che i popoli avessero ritrovato il bene supremo della pace e per questo bisognava ringraziare Dio». Il Papa ha sottolineato come quella del beato Carlo sia stata una testimonianza, più che personale, familiare: «La sua fede è un tutt’uno con quella della sua famiglia, in primis della sua sposa, la Serva di Dio Zita, e dei suoi figlioli, cresciuti ed educati nel solco di una vita cristiana e di un impegno concreto nella società, proprio per portare avanti questi Valori», ha ricordato mons. Morandi.

All’Assemblea internazionale della Gebetsliga ha partecipato una cinquantina di delegati da tutto il mondo e, tra questi, una quindicina dall’Italia: «Nel nostro Paese, in dieci anni di presenza, la Gebetsliga ha avuto una notevole diffusione – ha spiegato – L’anno prossimo, nel centenario della fine della prima guerra mondiale, daremo un segnale molto forte con un pellegrinaggio presso un significativo santuario mariano, nel cuore dell’Europa, per cantare di nuovo il Te Deum, ringraziare il Signore del dono della pace e creare le basi della giustizia». Appuntamento, dunque, all’anno prossimo…