Il 15 settembre 1912 il beato Carlo, tornato a Vienna per un breve periodo, partecipò alla giornata conclusiva del XXIII Congresso Eucaristico Internazionale. Durante tale evento Padre Karl Maria von Andlau, gesuita, confessore e direttore spirituale del Beato, tenne una dotta relazione sul tema “La Santa Eucaristia e la Casa di Asburgo“, durante la quale evidenziò come lo stesso termine “Eucharistia“, latinizzazione dell’equivalente parola greca, potesse essere anagrammato in “Hic Austriae” e tradotto, sottintendendo la parola “vita“, nell’espressione “Qui è la vita dell’Austria“. Non solo: osservò con affascinante tesi come l’enigmatico monogramma “A.E.I.O.U.“, a fianco degli stemmi degli Asburgo dai tempi dell’imperatore Federico III, potesse essere decifrato in “Adoretur Eucharistia In Orbe Universo“.
In occasione di quello stesso Congresso tutti notarono l’imperatore Francesco Giuseppe, assieme all’intera Corte, inginocchiarsi davanti al Santissimo Sacramento. Fu per le centrali massoniche mondiali – pare riunitesi proprio in quegli stessi giorni – il segnale inequivocabile di una mutata rotta da parte della potenza austriaca rispetto al tradizionale giuseppinismo. Già bruciava il veto asburgico posto alla nomina al Pontificato del card. Mariano Rampolla del Tindaro – veto che valse invece l’elezione di S. Pio X, fortemente avverso alle infiltrazioni di “liberi muratori” negli ambienti culturali, pedagogici, educativi fuori e dentro la Chiesa. Ora questo nuovo episodio segnò la condanna a morte definitiva della Monarchia austriaca, tanto da indurre il beato Carlo, in una lettera inviata il 13 luglio 1921 al card. Bisleti (che lo unì in matrimonio con Zita), a scrivere: “Constato ogni giorno, con una soddisfazione sempre crescente, che i miei avversari, quelli che si oppongono con tutti i mezzi al successo della mia causa, sono in gran parte quegli stessi che hanno giurato odio e distruzione al Regno di Dio e che si accaniscono di più contro la Sua Santa Chiesa, e ciò mi conferma nella mia convinzione, che la mia causa sia quella giusta” (cfr. Mauro Faverzani, Carlo I d’Asburgo un Imperatore Santo – Una biografia spirituale, edizioni Il Cerchio, Rimini 2005, pagg. 14-15).